Parlarne tra amici – 14 marzo 2024

Ad impegnarsi a trovarne uno, il tema del romanzo di Sally Rooney potrebbe essere quello delle amicizie tossiche anche se il titolo ‘tra amici’ e’ leggermente fuorviante. Una scrittura dove non si incontra nulla di inaspettato, a parte forse l’endometriosi della protagonista, dove eventi accadono o dettagli vengono descritti o citazioni politico-culturali incluse, ma se pure non lo fossero, non cambierebbe nulla. L’autrice non riesce ad eliminarsi dai dialoghi, che risultano quindi poco credibili. Per noi in fondo cambia poco, perche’ quello che conta e’ parlarne (anche male, se serve).
Voto SCL: 4.4/10

Il Giardino dei Finzi-Contini – 14 Dicembre 2023

Un romanzo che ha mietuto vittime eccellenti tra chi non e’ riuscito a superare lo scoglio delle prime cento pagine e chi ha barato spiando la trama su wikipedia. In ogni caso tra quelli che sono arrivati alla fine accompagnati da Alberto e Micòl si e’ innescata una discussione accesa. Ci rivediamo nel 2024!

Voto SCL: 6.7

L’arminuta – 15 Giugno 2023

Per quanto la storia di figlie strappate e restituite potrebbe apparire inverosimile, veniamo a scoprire che invece riflette alcune dinamiche di paese non troppo lontane da noi. Ed e’ questo – ricordiamolo – uno degli scopi della letteratura: prenderci per mano e accompagnarci verso posti che altrimenti con la nostra sola esperienza diretta non conosceremmo. La scrittura e’ apprezzata nonostante qualche immagine superflua dal probabile intento ‘cinematografico’. Non si puo’ fare a meno di notare le analogie con alcuni temi dei romanzi della Ferrante come il raccontare destini radicalmente diversi e paralleli, o il tratteggiamento forse superficiale dei personaggi al di fuori della voce narrante. Nonostante questo pero’ la lettura resta piacevole e capace di emozionare, e soprattutto riesce a fornire la base per discussioni interessanti in una calda serata di giugno a Bruxelles.

Voto SCL: 7.1/10

Paradais – 8 Marzo 2023


Abbiamo imparato che il Messico non e’ un buon posto dove nascere poveri e che Fernanda Mechor non si fa problemi a raccontare questa realta’ con linguaggio crudo e diretto. Le perplessita’ che covavamo prima di arrivare a fine lettura – perche’ questa discesa negli inferi? perche’ tante pagine di plot ‘piatto’? – sono state (in parte) diradate dalla discussione della serata.

Voto SCL: 6.7/10

Confidenza – 1 Dicembre 2022

Come se non fossero affatto passati cinque anni dall’ultima volta, ci siamo ritrovati per parlare di ‘Confidenza’, il secondo titolo di Domenico Starnone messo sul tavolo di SCL dopo ‘Denti’ nel 2013. Romanzo a tre voci a peso non uguale che adesca il lettore con un escamotage dalle primissime pagine e lo porta lungo una trama non avvincente che però attraverso la figura del protagonista efficacemente descrive uno specifico tipo di essere umano, le sue increspature e meschinità, seppure senza rappresentarlo come un classico personaggio negativo.

Voto SCL: 6.4/10

Le nostre anime di notte – 21 giugno 2017

harufUn libro che ci ha messo tutti d’accordo: nemmeno un litigio, nemmeno un’opinione discordante. Un libro rassicurante, che riconcilia con il mondo “vero”, quello fatto di azioni concrete, quotidiane, semplici e per questo fondamentali. Un libro scritto con un linguaggio scarno (ma non per questo “senza carne”), leggero, semplificato di ogni retorica e ogni fronzolo, che ti assorbe e ti trascina pagina dopo pagina come la cosa più normale e bella del mondo.
Una storia tutto sommato “banale”, quotidiana, credibile anche per un pubblico che non si direbbe in grado di immedesimarsi con due anziani vedovi – e invece. Una storia universale proprio perché parla di due vecchi, e invece alla fine no, parla di tutto, della vita, del tempo.
Addirittura, per qualcuno, una bellissima dichiarazione d’amore dell’autore alla moglie, come un augurio a che anche lei, una volta vedova, possa trovare qualcuno con cui attraversare la notte.

Voto SCL: 8.2 /10

La teologia del cinghiale (28 Febbraio 2017)

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Un libro che, nonostante le buone premesse e la copertina da dieci e lode, ci ha un po’ deluso. C’è lo scemo del villaggio che sostiene di aver assistito a un omicidio, l’immancabile prete, il chierichetto prodigio figlio del morto, il morto che non si sa se è morto, persino il maresciallo che viene da fuori e, ovviamente, non capisce a fondo la mentalita’ del luogo.

Insomma, una fiction.

E le perplessita’ non si fermano qui: c’e’ il problema dello stile, ostico e troppo impegnativo per risultare piacevole, con tutte quelle parentesi in sardo, poi tradotte, cosi’ che chi non possa o non voglia soffermarsi sul dialetto e’ costretto a continui salti in avanti. E poi c’e’ un finale stilisticamente deludente e con alcune spiegazioni un po’ campate per aria, che lasciano il lettore un po’ perplesso.
Le idee interessanti ci sono, ma la realizzazione lascia un po’ a desiderare: l’inizio e’ troppo rallentato dalle presentazioni dei personaggi, le digressioni sono troppe e confuse, al punto che si perde spesso e volentieri il filo della storia.
A sua difesa, c’e’ comunque da dire che, almeno, evita di essere banale: lo stile puo’ piacere, e la complessita’ della lettura puo’ risultare una interessante sfida, per chi voglia cimentarsi.

 

VotoSCL:5/10

Jules e Jim (25 Ottobre 2016)

Jules e Jim è un libro che ci ha diviso.

Da un lato chi l’ha letto (anche anni fa) ed è rimasto affascinato dai personaggi, dalla loro modernità e dalla forza del loro rapporto fuori dalle righe. Un romanzo che, in questo senso, è un elogio della parità tra uomo e donna, con addirittura un capovolgimento di ruoli rispetto alla “normalità” dell’epoca e un personaggio femminile forte, emancipato e indimenticabile.

Dall’altro lato chi si è chiesto se questo libro, più che narrativa di qualità, non sia più che altro una (noiosa) trascrizione di diari e appunti personali: sembra troppo sbrigativo e superficiale per essere volutamente spontaneo e colloquiale. Siamo rimasti un po’ delusi dall’evoluzione dei personaggi, con Jules che abbandona le sue speranze per una rassegnata accettazione della sua nuova vita, e Jim che abbandona gradualmente la sua spavalderia iniziale.
Un discorso a parte merita l’ambientazione del romanzo. Anche qui, c’è chi elogia la resa della società parigina degli anni Venti e chi imputa al romanzo una carenza proprio nel descrivere tale società: è vero che il romanzo richiama alla mente la Parigi di inizio secolo, ma è anche vero che lo fa richiamando descrizioni e sensazioni già presenti nell’immaginario del lettore, senza parlarne mai direttamente.
Voto SCL: 5/10